alessandro ronconi

Alessandro Ronconi

Gem Boy

Dal casino del bar al casino del casinò il passo è breve. Non è un caso trovarlo al bancone, sul solito sgabello, illuminato da una luce verde, avvolto dal fumo di una sigaretta di trinciato forte e con un buon bicchiere del solito wisky torbato. Fin dalla tenera età lui è lì, pronto ad accogliere con gioia il “pollo” che quella sera decide di farsi spennare.
Aveva 16 anni quando per la prima volta decise di sfidare la sorte, e la banda di Zarlingo gli disse: “Giovanotto senza scrupoli che le donne tutte vuoi, stai tranquillo, lascia perdere e pensa ai fatti tuoi”. Gente strana quella. Un’accolita di rancorosi, gelosi, avvelenati, sospettosi, incazzosi dentro casa, compagnoni fuori in strada, spendaccioni con le trxxx, e soprattutto questo Zarlingo, il capo. J.J. gli disse: “Io sarò anche giovane sai, ma tu sei oramai un vecchio che sta sputando sulla terra nella quale andrai a finire…”. Impavido ma incosciente, deciso, ma anche arrogante J.J. quella sera stese Zarlingo e tutta la banda al tavolo del poker diventando lui il capo di quell’accolita.
Oggi ancora lo è e lo trovate sempre nel solito bar, al solito bancone, al solito sgabello, con la solita sigaretta e con il solito wisky e se gli chiedete qualcosa lui risponde con leggerezza: “Non cerco un trofeo, ma trasformo in rodeo ogni tappeto libero d’Hazzard”.

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